San Donino
San Donino Patrono di Città di Castello
Il “nostro San Donino” è nato nel 530 (ca.) e vive a Città di Castello (allora Castrum Felicitatis e poi Tifernum Tiberinum). Nonostante sia laico è molto amico di Florido ed Amanzio, insieme ai quali, diverrà patrono di Città di Castello.
La storia del Santo
Durante l’invasione barbarica, Totila, re dei Goti, raggiunge l’Italia centrale distruggendola e mettendola a ferro e fuoco; Donnino con Florido ed Amanzio si rifugiano a Perugia presso il vescovo Ercolano.
Nel 552 , nella famosa battaglia di Tagina ( Gualdo Tadino) Totila viene sconfitto da Nersete, generale Bizantino inviato dall’imperatore Giustiniano I° per liberare l’Italia e Roma.
Donnino con gli amici Florido ed Amanzio ritornano a Città di Castello ed organizzano la ricostruzione della città (secondo altri storici solo del duomo).
Nel 599 (o 600), dopo la morte di Florido prima ed Amanzio subito dopo, Donnino decide di darsi all’eremitaggio e si trasferisce in località Rubbiano in Val di Pierle (presso Mercatale di Cortona); qui si nutre di erbe e passa il suo tempo in preghiera ed in compagnia di un cane.
Alcuni abitanti del luogo si accorsero che Donnino aveva il potere di guarire, per intercessione di San Donnino , il male dei ginocchi , della schiena ed in modo particolare dall’ epilessia; fu cosi’ che una gran folla di gente iniziò a fargli visita; Donnino chiese pertanto di essere lasciato tranquillo e che gli edificassero una piccola caverna (parvum tugurium), altrimente sarebbe andato in luoghi più lontani. L’unica cosa che accettò fu la presenza di due persone ogni sabato, con un po’ di cibo per lui.
Ai “Sassi” che si trovano nel bosco circostante fu attribuito il potere di guarire, per intercessione del Santo e Accanto a questi c’è una piccola cappella, che conserva dei quaderni dove i fedeli annotano le grazie ricevute. Dalle invocazioni lasciate siamo certi che ancor oggi la gente si rivolge al Santo per alleviare il dolore di ginocchia, gambe, schiena, reni. Un tempo venivano qui anche i congiunti di donne incinte per prendere piccole pietre che poi esse portavano addosso fino al momento del parto, a protezione della gravidanza.
San Donnino è anche protettore dei cani e dei malati di idrofobia e dei malati dei denti.
Donnino, dietro l’insistenza dei propri concittadini nel 600 ca. decise di ritornare qui a Citta’ di Castello, scegliendo una grotta nella collina che ora è detta Villa San Donino. Qui visse per circa 10 anni e morì il 9 ottobre del 610.
In Suo onore, in questa località , ove Donnino ha concluso la sua vita terrena, prima del 1500 è stata costruita la chiesa; in essa è conservata l’urna di legno con le ossa del Santo e con l’iscrizione “OSSA S. DOMNINI CONF.”; l’urna è stata posta qui, dopo ricognizione ordinata dal vescovo tifernate Mons. Filidori, il 28 ottobre 1543 .
Ricognizioni successiva sono avvenute negli anni 1791 e 1869.
Secondo il canonico Ascani A. un suo dente è custodito in un prezioso reliquario d’argento nel Duomo di Città di Castello.